Uno straordinario motore economico per del turismo pugliese è rappresentato dalle masserie, simbolo della civiltà contadina profondamente legata alla storia pugliese e del meridione. Si tratta di strutture, nate tra il XVI e XVIII secolo dalla necessità di assicurare una migliore cura e amministrazione dei terreni coltivati dai contadini. La loro nascita è il prodotto della colonizzazione baronale di ampie aree rurali incolte o abbandonate. Queste masserie erano costruite tutte secondo lo stesso criterio, ovvero divise in due parti: la più alta destinata all’abitazione del signore, e la bassa dove erano gli alloggi dei contadini e la zona lavorativa destinata a stalle o depositi per attrezzi da lavoro. Una porta grande all’ingresso permetteva l’accesso al cortile alle carrozze e ai carri da trasporto. Gli edifici erano circondati da imponenti mura, da grandi giardini e di solito una cappella sovrastante un vasto territorio coltivato a ulivi o viti.
La storia del Salento è una storia di sottomissioni allo straniero, di dominazioni esterne che hanno plasmato l’identità locale. Da quel retaggio, il Salento ha saputo cogliere la forza più intensa, dando avvio a una monumentale opera di recupero delle tradizioni e delle antiche strutture rurali. Le masserie sono state riqualificate, trasformate in luoghi accoglienti dove trascorrere giornate all’insegna della natura e delle sane abitudini contadine. Intorno a quel mondo tanto noto alle generazioni passate, si è generato un modello vincente di business turistico, un modello gradito soprattutto ai visitatori stranieri. Così il Salento ha saputo dare un senso a secoli di sofferenza, realizzando il proprio, personalissimo riscatto sociale e storico.
Il territorio compreso nel triangolo Lecce, San Cataldo e Roca Vecchia è caratterizzato da masserie fortificate poste lungo antichi assi viari, con al centro il poderoso Castello di Acaya. Sulla strada che da Lecce porta verso la cittadella fortificata, si trova Masseria Zundrano, Masseria Carrozzina, Masseria Specchia Mezzana e Masseria Reca che si presentano caratterizzate da edifici a torre con caditoie e ponti levatoi.
A difesa di Acaya si pongono alcune possenti masserie fortificate, come la Masseria Cesine e Masseria Tenuta Santicuti inserite dal WWF nell’oasi che ne riprende il nome, Masseria Favarella e Masseria Li Candi. Si tratta di una delle zone maggiormente esposte al pericolo delle incursioni piratesche, a causa della bassa costa e questo ha reso indispensabile la presenza di masserie fortificate a breve distanza una dall’altra.
L’area infine, tra Roca Vecchia e Torre Sant’Andrea è difesa da poderose masserie, come Masseria Incioli, Masseria Carleo e Masseria San Basilio e, più a Sud, Masseria Porcaccini, Masseria Sbotta, Masseria Nova, Masseria Giammarrino, oggi organizzata in struttura ricettiva e apprezzato ristorante e Masseria Calavaggi, con le sue due torri e poi ancora Masseria La Brunese, Masseria Grande e Masseria Lama.
Anche il basso Salento è ampiamente popolato da queste strutture: Ad Acquarica si trova la Masseria di Gelsorizzo, una monumentale masseria fortificata risalente alla prima metà del XVI secolo composta da alcuni vani adibiti al bestiame o al raccolto e da una torre a pianta quadrata con feritoie e caditoie. Risalendo verso Tiggiano si incontra la Masseria Matine, situata in un’ampia piana circondata da uliveti; essa consiste di una torre fortificata, una corte interna, un giardino con torre colombaia e diversi vani destinati agli animali o al deposito di materiali e raccolti. A Specchia, sulla cresta di una serra, si trova la Masseria Cardigliano, meglio conosciuta come Borgo Cardigliano: fu costruita in periodo fascista ed era destinata alla produzione del tabacco. La masseria si compone di alcune unità abitative, una chiesa, alcune stalle, depositi, vani per la lavorazione del tabacco e uno spazio ad uso collettivo. A Ruffano si trova l’omonima Masseria Cardigliano di Sotto, che consiste di due strutture: quella a valle, costruita nel 1408, che veniva utilizzata dal massaro e quella sulla cresta della serra, utilizzata per l’allevamento degli ovini. Infine, spostandoci verso del territorio di Taurisano troviamo: Masseria Bianca, così chiamata per il colore del suo intonaco; Masseria Grande, costruita nel XVI secolo, ma ormai in rovina; Masseria di Varano, che presenta alcune tracce di un insediamento bizantino e di una struttura fortificata.